Quando Marco Leone, regista di Rewind Motor Passion, mi interpellò per sapere se sarei stato disponibile per questo servizio, non ebbi alcun dubbio a rispondere positivamente.
C’era solo da scegliere quale delle mie vetture utilizzare. Anche qui non ebbi alcun dubbio e optammo insieme per la 128 Rally.
Secondo le regole del mercato, sarebbe quella meno importante della mia collezione, ma ha il pregio di riscuotere tanta simpatia, di far riaffiorare ricordi dei tempi passati e di facilitare il nascere di nuove amicizie, senza l’utilizzo degli ormai ogni presenti “Social Network”.
Le auto famose e di notevole valore sono ormai inavvicinabili per un normale appassionato. Generano grandi emozioni e, fra queste, un sentimento di rassegnazione del “vorrei ma non posso”, con la 128 Rally al contrario avremmo potuto raccontare una storia simpatica e più vicina a tutti.
LA FIAT 128 NELLA STORIA DELL’AUTOMOBILE
Nel 1969, in sostituzione della gloriosa 1100/103, la Fiat mise in produzione una vettura concepita secondo schemi completamente nuovi, identificata dal numero di progetto “128”.
Inizialmente la gamma comprendeva tre modelli: 128 berlina 2 porte, 128 berlina 4 porte e 128 familiare, tutti con motore 1100 cc.
La gamma venne ampliata nel 1971 con la 128 Rally, sulla base della berlina a due porte ma più sportiveggiante grazie al motore 1300 e ad alcune varianti nel frontale con quattro fari e paraurti diviso in due parti, fanali di coda rotondi e strumentazione completa di contagiri, termometro acqua e manometro pressione olio. Sempre nel 1971 la gamma si arricchì dei modelli Sport Coupé, disponibili nelle versioni 1100 e 1300.
Nel periodo 1969-1983 vennero prodotti oltre 3.000.000 di esemplari. La 128 ottenne subito un notevole successo di vendita in tutta Europa, e si aggiudicò il premio di Auto dell’anno nel 1970.
Narra il designer Giorgetto Giugiaro che, recandosi a Wolfsburg per presentare i bozzetti del disegno della futura Golf, vide nel reparto progettazione Volkswagen una 128 completamente smontata; i tecnici tedeschi ritenevano infatti che la berlina Fiat fosse il miglior esempio di “auto medio piccola” moderna, alla quale ispirarsi per lo schema tecnico.
Caratteristiche tecniche: le più significative innovazioni in casa Fiat furono il gruppo motore, cambio, differenziale montati in posizione trasversale, la trazione anteriore e le sospensioni a quattro ruote indipendenti di tipo McPherson, che consentivano un ottimale sfruttamento dello spazio, sia nel vano motore che nell’abitacolo.
Grande attenzione fu poi riservata alla sicurezza passiva, adottando strutture a resistenza differenziata per garantire che, in caso di urti violenti, la deformazione coinvolgesse principalmente le parti anteriore e posteriore, lasciando intatta la parte centrale, nonché l’adozione di accorgimenti atti a ridurre il rischio di lesioni delle persone all’interno dell’abitacolo, come cinture di sicurezza, poggiatesta, materiali morbidi e spigoli arrotondati.
Motore:
4 cilindri cilindrata 1290 cc –Potenza 67 CV a 6200 giri/min , alesaggio diametro x corsa 86,00 x 55,50 (motore superquadro) due valvole per cilindro
Comando distribuzione con un albero a camme in testa e cinghia dentata
Carburatore a doppio corpo Weber 32 DMTR 20
Cambio di velocità – 4 marce tutte sincronizzate + retromarcia
Freni:
Anteriori a disco
Posteriori a tamburo
Correttore di frenata sui freni posteriori
Pesi:
820 kg a vuoto in ordine di marcia
1220 kg con 5 persone e 40 kg di bagaglio
Dimensioni:
Lunghezza 3886 mm
Larghezza 1590 mm
Passo 2448 mm
Carreggiata anteriore 1308 mm
Carreggiata posteriore 1313 mm
Volume vano bagagli 0,370 mc
LA STORIA DELLA VETTURA DI QUESTO SERVIZIO
Nel 1987 acquistammo una 128 quattro porte color verde chiaro che venne usata dal nostro primo figlio Michele.
Era esageratamente appassionato di tartarughe, le aveva in due acquari e le disegnava dappertutto, compresa una parete della camera da letto e sul baule della 128 quattro porte color verde chiaro che avevamo prima di questa.
Quando fu economicamente autosufficiente si comprò un’ottima Giulia 1300 TI Super.
La 128 venne usata brevemente dal nostro secondo figlio Alberto fin quando nel 1990 comperammo questa 128 Rally per 500.000 lire.
Ebbe bisogno solo di piccole riparazioni ai parafanghi, corrosi dalla ruggine nella parti inferiori, e un riverniciata generale.
Prima di vendere la 128 verde chiaro, Michele sostituì il cofano del baule per conservare quello con la tartaruga, che finì dimenticato nel sottotetto.
Alberto usò la Rally per alcuni anni poi si comperò una sua auto e la Rally divenne l’auto di scorta.
Ci fu utile successivamente in varie occasioni e non ci tradì mai, ma attraversò un lungo periodo negativo nel quale subì due furti e una terribile grandinata, con chicchi di ghiaccio grossi e pesanti come palle da biliardo che provocarono profonde ammaccature anche nei punti più resistenti.
Dopo quest’ultimo guaio continuai ad usarla per parecchi anni con le vistose ammaccature, fin quando decisi di sistemarla per iscriverla all’ASI.
Purtroppo la serie di eventi negativi non era ancora terminata, sul cofano del baule la vecchia vernice aveva alcune screpolature causate dallo stucco sottostante e sarebbe stato necessario mettere a nudo la lamiera, ma il verniciatore non mi diede retta, infatti dopo alcuni mesi le stesse screpolature comparvero nuovamente e con la vernice lucida si notarono ancor più di prima.
Questa volta però esegui io stesso la sverniciatura del cofano e trovato uno strato di stucco assolutamente inutile decisi di sostituirlo temporaneamente con il vecchio cofano, quello con la Tartaruga (che avevamo conservato), portai in carrozzeria quello da riverniciare, con la promessa che il lavoro sarebbe stato fatto nel giro di un paio di giorni.
Il giorno dopo dovevamo andare a fare spese e mia moglie, che non sapeva nulla di questa operazione in sospeso, appena vide la macchina con il cofano verde, saltò all’aria strillando: “Cosa? Non avrai la pretesa che io salga su questa macchina. Sembra una di quelle vecchie e sgangherate carriole tenute insieme con il fil di ferro”.
La calmai assicurandole che il giorno dopo avrei rimesso le cose a posto, ma la carrozzeria chiuse per le ferie estive e potete immaginare le discussioni ogni volta che dovevamo usare la macchina.
Un giorno ebbi l’idea di chiederle: “Ma quello che ti dà più fastidio è la Tartaruga o il cofano verde? Che domanda, con quel cofano verde, sembriamo due disadattati”.
“Cosa ne diresti di far verniciare questo cofano in rosso, mantenendo la Tartaruga?”
“Be’, così potrebbe anche andar bene”…
Concordata finalmente una soluzione che metteva tutti d’accordo, continuammo ad usare la 128 con il cofano verde fino al termine delle ferie estive, quando entrambi i cofani vennero verniciati in rosso.
A questo punto non ci furono più remore e da allora circoliamo con la nostra Tartaruga, che fissa con gli occhi strabici quelli che ci seguono, è’ simpatica e ispira il buon umore.
La vettura del servizio è una Fiat 128 Rally del 1972, conservata e originale, con l’unica concessione dei cerchi Campagnolo Ragno.
(FIAT 128 Rally 1972 – Telaio 128AR*1176889)
LA MIA OPINIONE
Considerata l’epoca in cui è stata lanciata sul mercato, è ancora oggi un’ottima vettura sotto tutti gli aspetti.
Grande affidabilità, grande durata, costi di manutenzione ridottissimi, tutt’oggi ha percorso in totale 309.000 km e non mi ha mai tradito.
Ho riscontrato due soli difetti veramente imperdonabili: la poca protezione dalla ruggine all’interno dei parafanghi (difetto comune a tutte le auto italiane degli anni ’60-’90) e la geometria dell’avantreno non corretta.
Al primo difetto rimediai facilmente applicando i parafanghi interni di protezione che avevo recuperato da un Fiorino su base Fiat 127.
Si adattarono senza difficoltà perché la conformazione del vano ruota è la stessa (un peccato che sulle auto italiane non venissero montate di serie queste protezioni).
Avevano ragione gli italiani che acquistavano le auto straniere, meglio protette dalla ruggine.
L’altro difetto è una geometria non corretta dell’avantreno, per il quale non sono rispettati due requisiti fondamentali:
– mantenere l’orientamento delle ruote, impostato tramite il volante, anche in presenza di variazioni statiche e dinamiche del carico;
– con qualunque angolo di sterzata gli assi delle ruote devono convergere in un unico punto, che risulterà il centro di rotazione del veicolo.
Avevo avuto il sospetto che qualcosa non andasse bene perché, osservando le manovre fatte da uno dei miei figli per invertire la marcia, avevo notato che la ruota esterna alla curva non rotolava correttamente ma strisciava di lato. Rilevati gli angoli di sterzata e con le dimensioni di passo e carreggiata, ne sono usciti due schizzi dai quali risulta che la situazione reale è ben lontana da riprodurre quella teorica.
Questo difetto era sicuramente conosciuto in Fiat, infatti sui manuali di manutenzione è prescritto che la regolazione della convergenza deve essere
fatta “con un carico di 4 persone e 40 kg di bagaglio”.
È abbastanza ovvio desumere che la convergenza cambierà in funzione del carico e nella fatica dell’uso normale non sarà mai regolata correttamente.
È un difetto comune a molte auto moderne di piccola cilindrata e con trazione anteriore, ma non tutte, vi sono anche quelle disegnate correttamente.
Sulla mia 128 mi sono divertito ad applicare le mie idee e le mie esperienze e
ho ridotto in parte questi difetti. Per fare meglio sarebbero necessarie modifiche radicali ai punti di fissaggio al telaio della scatola dello sterzo e dei bracci inferiori della sospensione.
In conclusione, e per sdrammatizzare queste critiche, è bene ricordare che questi difetti iniziano a manifestarsi nelle condizioni di guida veloce su strade molto impegnative, nell’uso normale non si avvertono problemi.
CHI È ATTILIO MARI?
Data di nascita 30-11-1936, mentalità e principi formati durante la guerra e il primo dopoguerra.
Non condivido i principi estremizzati della civiltà dei consumi.
”I limiti dello sviluppo” dovrebbe essere il nostro secondo Vangelo.
Durante la mia carriera di lavoro ho sempre svolto attività di progettazione nei settori: meccanica, elettronica industriale, automazione, informatica, e queste esperienze mi sono state grandemente utili per le attività amatoriali nei settori ferroviario e automobilistico.
Negli anni ho raccolto una notevole quantità di documentazione tecnica, in particolare disegni costruttivi e manuali di riparazione, che mi sono serviti per
la costruzione in scala ridotta di locomotive elettriche e per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle mie vetture.
Avendo toccato con mano lo stato di abbandono dei vecchi archivi di documentazione tecnica cartacea obsoleta e le difficoltà sempre maggiori per reperire quella di interesse storico, nei 2010 ho creato l’Associazione Documentazione, Storia, Cultura con l’obiettivo di salvare questo materiale su un archivio digitale, a disposizione gratuita dei soci (www.associazionedsc.it)
Si possono trovare i manuali per la manutenzione e la riparazione di numerosi modelli di auto d’epoca, documenti indispensabili che ogni appassionato dovrebbe avere a corredo delle proprie auto.
In aggiunta alla documentazione ufficiale delle varie Case costruttrici, troverete le descrizioni degli interventi che ho fatto sulle mie auto.
Potreste trovare lo spunto per risolvere i vostri problemi.
Modellismo ferroviario
Per conoscermi sotto l’aspetto del modellismo ferroviario sono disponibili vari video su YouTube. Li trovate immettendo il mio nome e cognome.
Per ogni modello sono descritte le fasi di progetto, di costruzione e di funzionamento sul bel tracciato all’aperto di Casarile, a sud di Milano.
Qui trovate il video nel quale racconto il lungo percorso iniziato a 15 anni e concluso nel 2010 quando ho creato l’Associazione DSC: https://www.youtube.com/watch?v=eOQdq_3UwWg&t=30s
Auto d’epoca
Con le auto è stato relativamente più facile, rispetto ai treni, perché non sono stato costretto ad accontentarmi delle riproduzioni in scala ridotta, ma ho potuto possedere gli originali, molto meno ingombranti e già pronti per il divertimento.
Voglio ricordare che il termine divertimento non è limitativo perché comprende anche le attività preliminari di manutenzione ordinaria e straordinaria, che ho sempre fatto personalmente sulle mie auto, con grande piacere.
Non ho mai acquistato un’auto nuova, ma sono sempre stato soddisfatto di questa scelta.
Ho posseduto circa 20 vetture, di vario tipo e tutte italiane, acquistate quando non erano ancora considerate di valore storico.
Le ho utilizzate abbastanza intensamente da poterle conoscere e giudicare, alcune le ho sfruttate fino al punto di mandarle in demolizione, a dimostrazione che avevano fatto il loro dovere fino in fondo, mentre altre le ho vendute per mancanza di spazio. Per alcune l’ho fatto senza rimpianti perché non avevano soddisfatto appieno le mie aspettative.
Ora ne posseggo solo tre, e sono quelle che hanno superato tutti gli esami.
Una di queste è la 128 Rally, che con i suoi 45 anni è la più giovane e la più modesta, ma svolge egregiamente il compito di auto d’epoca e auto di tutti i giorni, le altre due sono anch’esse semi centenarie, ne hanno 48 e 62.
trovate il video della 128 rally di Attilio Mari a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=8RW6lq8LuOk
(si ringrazia il Sig. Attilio Mari per aver scritto e fornito i dati dell’articolo personalmente).